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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/333

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libro ottavo - capitolo viii


gravemente ammalato; e li ambasciatori cesarei avvertirono che, se fosse morto, il concilio non sarebbe stato sicuro, perché il salvacondotto sarebbe finito: di che li legati spedirono in diligenzia al papa, dimandando ordine di quello che dovessero fare; e per quello anco li prelati si disposero al pensar piú al partir di Trento che al reformar li principi. Per il che il di 7 ottobre fu tenuta una congregazione per risolver quello che si dovesse fare delli altri capi di riforma oltra li ventuno, e massime di quello toccante li principi. Nella quale, dopo longa discussione, fu concluso che si celebrasse la sessione con la materia del matrimonio e con li ventuno capi di riforma, e si differisse quella dei principi. E il dí seguente gli ambasciatori francesi partirono da Trento per Venezia, secondo l’ordine ricevuto dal re.

Il pontefice, se ben sodisfatto del Cardinal di Lorena e delli francesi dependenti da lui, nondimeno, irritato contra quella fazione di onde teneva che fosse venuto il motivo della protesta fatta in concilio, ripigliò la deliberazione fatta sino al tempo dell’editto di pacificazione con gli ugonotti, che a Trento si procedesse contra la regina di Navarra (la qual aveva tralasciato, prevedendo che dalli ambasciatori cesarei sarebbe fatto opposizione, come fecero quando si trattava di proceder contra la regina d’Inghilterra), e risolvè di dar esecuzione al suo pensiero in Roma. E a’ 13 del mese fece pubblicar la sentenzia contra li cinque vescovi francesi giá citati, come s’è detto, e fece affiggere alle porte di San Pietro e in altri luochi pubblici una citazione contra Giovanna regina di Navarra, relitta di Antonio, che in termine di sei mesi dovesse comparir a defendersi e render le ragioni, perché non dovesse esser dechiarata privata di tutte le dignitá, stati e domini, e nullo il matrimonio contratto tra il giá Antonio di Vandomo e lei, e la prole illegittima, e incorsa in altre pene dechiarate dalli canoni contra gli eretici. Il Cardinal di Lorena, inanzi che il papa venisse a quelle sentenzie e processo, fece con lui uffici, raccordando che le massime tenute in Francia erano molto differenti da quelle di