Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/427

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nota 421


cenna verso la fine (III, p. 390) ad avvenimenti su cui promette di ritornare, mentre piú non ne parla; inoltre, in corrispondenza all’inizio dell’ultimo capitolo della nostra edizione, il manoscritto reca in margine, cancellata, l’indicazione: Della Istoria ecc .... Libro IX, che non si comprenderebbe, se prima e costante intenzione del Sarpi fosse stata di non andar oltre le poche pagine che ancora rimangono dopo quell’indicazione. La chiusa stessa dell’opera appare asciutta e fredda.

Al manoscritto mi sono dunque attenuto, limitandomi a correggere gli errori materiali (nel complesso scarsi, data la mole dell’opera), attribuibili quasi sempre a sviste o fraintendimenti del copista, e sfuggiti alla revisione dell’autore. Nessuna correzione, si capisce, vi ho introdotto di carattere storico. Devo però avvertire che parecchi errori, soprattutto di nomi propri e di date, che si riscontrano nella prima edizione e vengono spesso corretti nelle successive, non figurano nel manoscritto; qualche altro risale a mutazioni o aggiunte degli editori, che anche in ciò quindi hanno malamente servito il loro autore1 . Al quale perciò va tolta la responsabilitá, non certo di tutti, ma di molti degli errori che con tanto scalpore gli vennero rimproverati dai suoi avversari, specialmente dallo Sforza Pallavicino. Anche lo studio diretto del manoscritto contribuisce quindi ad un piú esatto giudizio sulla veridicitá dello storico. Non è qui certo il luogo di risollevare la tanto dibattuta questione, che richiederebbe troppo lungo discorso: mi sembra però indubbio ch’essa, ripresa servendosi del copiosissimo materiale messo in luce2, non potrá che risolversi con elementi a favore del Sarpi.

Nella trascrizione ho sempre rispettato le forme grammaticali ed ortografiche peculiari allo scrittore, senza però violare i criteri

  1. In qualche luogo il S. pone una serie di punti dove non ha pronto o non ricorda un nome: gli editori suppliscono non sempre a dovere, e l’errore resta nel conto del Sarpi! In questi casi ho posta la mia integrazione in parentesi quadra. In un luogo ho corretto una svista dell’A. Il Von der Vost vien detto «vescovo di Aix», anziché di Acqui (I, 130). L’errore è causato dal duplice significato del termine latino aquensis, che poteva riferirsi tanto ad Aquae Statelliorum (Acqui) come ad Aquae Sextiae (Aix): ma in quest’ultimo caso doveva dire arcivescovo, non vescovo.
  2. Particolarmente nella monumentale silloge: Concilium Tridentinum. Diariorum, actorum, epistolarum, tractatuum collectio. Edidit Societas Goerresiana. Friburgo, Herder, 1901; in corso di pubblicazione.