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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/65

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libro settimo - capitolo iv


era d’una buona riforma e di usare qualche remissione, condescendendo alle richieste dei populi nelle cose che sono de iure positivo. Al che fu resposto dal promotore per nome della sinodo, ringraziando il re e l’ambasciatore e offerendosi in tutti li servizi del regno. Né permisero li legati che in quella congregazione fosse di altro trattato, per la causa che di sotto a luoco suo si dirá.

La corte in Roma e li pontifici in Trento non erano meno travagliati per la molestia che ricevevano dalli spagnoli e aderenti in concilio, che per l’espettazione della venuta di Lorena e delli francesi; della quale non furono tanto commossi quando vi era speranza di qualche intoppo che li fermasse, come dopo che andò certa nova che egli doveva far il giorno di Tuttisanti col duca di Savoia. Alla corte di Francia, prima che partisse, e nel viaggio in diversi luochi, il Cardinal, o per vanitá o a disegno, con molti s’era lasciato intendere di voler trattar assai e diverse cose in diminuzione dell’autoritá pontificale e contrarie alli comodi della corte; le quali rapportate per diverse vie a Roma e a Trento, fecero impressione nell’uno e l’altro luoco che in generale l’intento de’ francesi fosse di portar in longo il concilio, e secondo le occasioni andar scoprendo e tentando li particolari disegni: e avevano giá congetture per credere che non fosse senza intelligenza dell’imperatore e altri principi e signori di Germania. E se bene si teneva per certo che il re cattolico non avesse intiera intelligenza con questi, nondimeno potenti indici inducevano a credere che esso ancora disegnasse mandar in longo il concilio, o almeno non lo lasciar chiudere. E per contrapporsi si pensava di metter inanzi gli abusi del regno di Francia, e far passare alle orecchie degli ambasciatori che vi sia disegno di provvederci; imperocché tutti li principi che fanno instanza di reformar la Chiesa non vorrebbono sentir toccar i loro abusi; laonde quando si mettesse mano in cosa importante che a loro potesse portar pregiudicio, desisterebbono e farebbono desistere li loro prelati dalle cose pregiudiciali alla sede apostolica. Però, passate qualche mani di lettere tra Roma e