Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/180

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120 lettere di fra paolo sarpi.

grazia del giubileo, ch’è stato anco con grandissima divozione ricevuto da numero grande di popolo. È occorso solamente che, avendo un padre Fra Gregorio veronese, di San Bastiano, negata l’assoluzione ad un senatore con mala maniera, perchè teneva il libro del Quirino,1 il padre fu mandato via dal Consiglio de’ Dieci; ed esso, conscio dell’error suo, prevenne e fuggì prima. S’intende che molti altri confessori hanno fatto uffici anche più sinistri di questo; ma non è stata fatta querela da alcun altro. Questo male sarà perpetuo, se Dio per sua misericordia non provvede raddolcendo gli animi, ed operando che gli ecclesiastici si contentino della molta autorità che hanno intrapresa oltre la data loro da Dio, e non vogliano amplificarla più. Ma un’altra cosa è successa che non pertiene a questo.

Il nunzio in Venezia ha fatto grande risentimento con quelli del Collegio per il libro di fra Paolo,2 dicendo che si voglia ancora ec., e che bisogna risolversi che i libri non si possano tenere; e mostrò una lettera, che così fosse stato concluso nel tempo passato. Fu negato da quelli del Collegio, e vi furono parole assai, con qualche insolenza del nunzio; e passò a dire: Se pensate volerla così, potete richiamarvi il vostro ambasciadore. Fra questi nostri amici le male soddisfazioni crescono tanto, che mi fan dubitare che dalle parole non vengasi a’ fatti;


  1. Libro ed aneddoto a’ quali altre volte accennasi. Vedi la Lettera XXXIV, pag. 113. Chiamavasi Antonio l’autore dell’opera, così intitolata: Avviso delle ragioni della Repubblica di Venezia intorno alle difficoltà promosse da Paolo V.
  2. Il Bianchi-Giovini crede alludersi al Trattato dell’Interdetto di papa Paolo V.