Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/183

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lettere di fra paolo sarpi. 123

papa per giusto motivo o per necessità, non cadono ec.;» le quali parole la curia romana, nella censura di questo libretto promulgata l’anno 1607, comandò che fossero tolte. Siamo venuti a tai tempi, che non è permesso dire che in contrario alle lettere del papa si può fare alcuna cosa per giusto motivo o per necessità. I pontefici romani, già pezza, condannarono il modo francese dell’appellare per titolo d’abuso, mediante la bolla Cœna Domini. Il modo di fare degli Spagnoli fu difeso con lunga dissertazione da Didac. Covarruvias,1 sebben vescovo, dopo una lunga disputa, e la curia romana, non osarono opporvisi fino all’anno 1586, nel quale Sisto V, colla bolla Cœna Domini, scomunica tutti coloro che contrastano all’esecuzione delle Lettere apostoliche, anco sotto pretesto di impedire una violenza, e fino a che non abbiano informato o supplicato o fatto supplicare, a meno che non abbiano già legalmente avanzate le suppliche loro. Per questa causa i Gesuiti e i dottori d’Italia che difendevano l’uso spagnolo, oggi si tacciono: i giudici spagnoli fingono di non saperne nulla, e agiscono conforme al loro tenore.

Era legge in Italia, e persevera, specialmente nel dominio di questa Repubblica, che l’impetrante sia costretto a rinunziare, o qual che si sia l’attore, a desistere dall’azione; e questo stesso non fu meno condannato in quella bolla. Di qui i principi


  1. Crediamo parlarsi di quel Diego Covarruvias di Toledo, che fu soprannominato il Bartolo delle Spagne. Vescovo e arcivescovo di più sedi, intervenne al Concilio di Trento, e morì presidente del consiglio di stato in Madrid, del 1577.