Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/190

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130 lettere di fra paolo sarpi.

durante l’impedimento d’andar a Roma. Nell’altra inscritta Status in schismate, vi sono molte belle scritture da me non ancora vedute. La sentenzia di Pithou sopra gl’interpreti latini l’ho veduta molto volentieri, avendo per lo passato molto pensato sopra tal materia. Mi pare ch’egli affermi cose assai senza portar ragione. Le memorie di Tillet le ho vedute, e ne tengo un altro esemplare, il quale donerò a qualche persona che sii per valersene. Se le cose nuove mi si possono mandar tutte, delle vecchie è bene che lo sappia prima, acciò V.S. non s’affatichi a provveder cosa che io abbia. Delle scritte contro Gesuiti ch’ella mi nomina in quest’altra delli 24 settembre, io ho il Franc et veritable discours: anzi, poco dopo la partita di V.S. di qui, fu da un gentiluomo tradotto in italiano, e fatto stampare. Ma sanno li Gesuiti quel che anco costi: li pagano carissimi per estinguerli: e in questo sono gran valent’uomini.

Le arringhe di Arnauld e di Dolé (1594), presuppongo che contengano particolari, essendo scritte in questi ultimi tempi e per occasione così grande: onde le desidero molto.

Questi padri Gesuiti quanto più al presente stanno in silenzio nè fanno moto alcuno di ritorno, tanto più è verisimile che macchinino, e siino per usar gran sforzo tutti insieme. Per il che io giudico esser necessario star preparato, e purchè vi sii difesa bastante, alli loro assalti. Io non confido se non in Dio, se alla Sua Maestà piacerà tener lontana di qua tanta contagione; chè nel rimanente ho tutte ragioni di temere.

Diedi la sua al signor Assellineau, che mi par-