Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/340

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280 lettere di fra paolo sarpi.

grandi. Quel re s’è fatto bersaglio dove tutti mireranno. Io aspetto una ciurma di Gesuiti a scrivergli contro, e ad ognuno parerà ambizione d’averla con un re. Credo certo che se il libro si pubblicasse per l’Italia, che innumerabili verrebbono alla pugna. Non entreranno in battaglia perchè non vedranno il campo.

Questo proposito mi fa sovvenire delli duelli che intendo essere stati regolati da cotesta Maestà, e sto con gran desiderio d’intendere il come; perchè, se sono proibiti affatto, passeranno in qualche altro disordine; se con qualche regola sono permessi, quest’è un grande affronto al papa. Se l’editto regio non fosse gran volume, io lo vedrei volentieri.

Il sinodo di Macxan sarà finito. Non so se del 31° articolo sarà stato parlato, e se avranno fatto in ciò qualche mutazione.

Di Venezia, il 21 luglio 1609.




LXXXV. — A Giacomo Leschassier.1


Ricevei le lettere di V.S. eccellentissima in data del 30 maggio, e mi fa caso il lungo indugio, che pur proviene dalla distanza dei luoghi. I libri inviatimi furono con altra roba indirizzati dall’illustrissimo legato a Lione, per esser portati in Italia: non gli ho anche avuti, ma di certo saranno ora a Torino; e mi verranno tardi, ma sicuri e desiderati.


  1. Dalle Opere dell’autore, e impressa come le altre in latino, pag. 58.