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290 lettere di fra paolo sarpi.

della vera giustizia, che traviando gli uomini, impediscono il conoscimento del vero. Ma a questo provvederà Iddio.

Quanto a ciò ch’Ella dice sull’ottenere qualche munificenza dal Principe, ci penserò e m’adoprerò con diligenza. Non è cosa da disperarne. Come prima verrà in campo una lite sul possesso del benefizio, metterò fuori in bel modo il suo nome, e procurerò le si commetta qualche scrittura su di quello od altra materia.1 Se a questo giungo, potrò dirmi in porto. Non risparmierò opera o cura, ne trasanderò occasioni; le quali quando mi s’offrano spontanee, le accoglierò; altrimenti farò lor forza. Più a dilungo risponderò alle sue lettere col venturo corriere. Intanto scioglierò a Dio per la sua guarigione que’ voti a che mi sento obbligato.

Auguro alla S.V. eccellentissima vita prospera e sana.

Venezia, 18 agosto 1609.




LXXXIX. — Al signor De l’Isle Groslot.2


Mi duole sommamente, che siccome io ricevo molto piacere per le lettere di V.S., così non possa renderle se non arido contraccambio, essendo noi qui in una quiete, anzi ozio tanto profondo, che non somministra materia alcuna da scrivere. Ella


  1. Era uomo ancora quell’arci-eruditissimo Leschassier, e come tale cercava di ricavare dalle sue fatiche alcun utile. Può vedersi, a tale proposito, la precedente Lettera XXVIII, pag. 89; e il principio della XCI, a pag. 295.
  2. Tra le pubblicate in Ginevra ec., pag. 184.