Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/379

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lettere di fra paolo sarpi. 319

dico meglio pregarla con queste poche righe a credere che le resto obbligato tutto intieramente. Credo per certo, che V.E. avrà difficil negoziare in codesta corte, non tanto perchè così sia ordinario, quanto anco per più speziali ragioni che passano al presente: ma a Lei che con altri carichi ha superate difficoltà insuperabili, spero dover riuscire codeste minori che agli altri.

Il gentiluomo di Germania mio amico ha visitato più volte l’illustrissimo Contarini, straordinario per l’Inghilterra, che forse pensa fare il viaggio per quella regione, e l’ha soddisfatto molto d’istruzione. Gli dispiace molto che V.E. non abbia ritrovato il principe di Anhalt: egli se ne sta aspettando opportunità di far qualche buon’opera, e crede che in breve possi venir occasione. L’ho pregato dirmi alle occorrenze qualche cosa che possa servire a V.E.: mi promette che ricevute lettere dal suddetto, mi comunicherà.

La sentenza fatta dal Consiglio de’ Dieci contro l’abate Marcantonio Cornaro (che non le riferisco, credendo che da altra parte ne sarà a pieno avvisata) mi rende qualche sollecitudine che non ecciti alcuna controversia con la Corte di Roma. Sia nondimeno quel che si voglia, sarà approvazione delle ragioni pubbliche, così se taceranno, come se, opponendosi, converrà poi acquetarsi.

Le darò nuove di Roma; e certe. Il fratello di quell’Antonio Seierli ch’era qui, è stato ricevuto a Roma per ambasciator del Persiano;1 ed entrò col


  1. Anche nelle Vite, piene di ampollose lodi di papa Paolo V, si legge che il re di Persia desse, a quei giorni, adito libero ai Cristiani nelle sue terre, e mandasse ambasciatori al pontefice.