Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/410

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350 lettere di fra paolo sarpi.

volesse la guerra; ora pare che si voglia interporre. Egli ha destinato una solenne ambasceria alla maestà cesarea, per corrispondere alla mandata a lui. È stato quel re molto onorato di ambascerie in questi giorni, avendone avute, oltre la imperiale, dalli principi collegati, dal duca di Sassonia, dall’arciduca Leopoldo, dagli elettori ecclesiastici: il che gli serve a farlo stimare a sè stesso, mentre gli Spagnuoli stanno queti ed attendendo.

La venuta qui dell’ambasciatore olandese ha dato qualche gelosia a’ Spagnuoli, che non è inutile per le cose della Repubblica. Si ritrova qui il duca di Mantova, che spesso pratica coll’ambasciatore spagnuolo, e pare che inclini al presente a quella parte; ed esorta altri a far bene con loro, per mantenere la quiete d’Italia; e biasima un altro inquieto,1 che per speranza vuole arrischiare quello che possiede. Ha mandato il duca suddetto il suo primogenito a risiedere in Monferrato, per qualche sospetto: manderà il cardinale a Roma, con entrata di 50,000 ducati, per star un anno neutrale, e poi giungersi a chi gli farà partito; lasciandosi però intendere che si contenterà da’ Spagnuoli di qualche cosa manco. Si vede bene per esperienza, che non li parentadi, ma gl’interessi congiungono le persone.

Nella città non ci è cosa nuova, se non li fallimenti frequentissimi,2 poichè in questi quindici giorni arrivano quasi alla somma di un milione; e le frequenti prigionie di preti e frati. E’ pare che


  1. Per questo inquieto è da intendersi il duca di Savoia.
  2. Si noti per la tanto decantata prosperità dei popoli sotto il governo veneto. I fallimenti sono nel corpo sociale come le malattie nel corpo umano, cioè inevitabili.