Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/414

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354 lettere di fra paolo sarpi.

lontani. Ben è vero che il saggio anco da lungi fa ragione alle immagini morali degli uomini; ma quanto al fatto mio, più credo a me stesso. Faccia di stampare al più presto i documenti ammanniti; perocchè ai veleni di già conosciuti sono da contrapporre gli antidoti. Se i Gesuiti, anco tutti, le saranno addosso, poco male: vano è il volere andar loro ai versi. Creda pure a me: tanto ella fece fin qui, che il loro odio verso di lei non può farsi maggiore; e bene ne darebbero prova, se al volere rispondessero le forze.

Con piacere vidi le Questioni del padre Coton;1 segno d’animo cattivo e leggero, quand’io prima l’avevo per più valente. Ci ha qui un cotale amico di quella Compagnia, che pensa recarle in italiano e porle a luce: se ciò sarà, ne invierò alla S.V. un esemplare.

Vengo a soddisfare alle domande fattemi intorno all’Ordine dei Servi. L’origine è da Firenze. Quivi alcuni mercatanti si raccolsero in società, l’anno del Signore 1230; epoca, in cui pullularono in quel paese parecchi di tali istituti. Si nominavano dapprima Laudesi, siccome dati a cantilene assidue in lode della Beata Vergine Maria. Principiarono a mendicare, giusta il costume dei nuovi collegi, tutti nero vestiti, e come compartecipanti al pianto della Vergine sul morto figliuolo. Però il popolo lor pose


  1. Non è facile determinare a quale tra i libri allora messi a luce da questo celebre gesuita, voglia qui alludere il nostro Sarpi; ma tanto la sua Istituzione cattolica, come la Ginevra plagiaria e il Trattato del sagrifizio della Messa, sono considerate come opere di controversia, o di polemica religiosa.