Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/443

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lettere di fra paolo sarpi. 383

levare gli ordini sì ch’egli non abbia, dopo degradato, la stessa autorità spirituale: solo gli è tolta la esecuzione, la quale similmente è levata ad uno sospeso; nè v’è differenza, salvo che la degradazione è perpetua e la sospensione è per tempo; e quand’anche un degradato fosse restituito, non si può ordinare di nuovo, ma col solo revocar la sentenza della degradazione, si restituisce. Sono poi molti casi in iure, dove si ordina che il prete delinquente possa essere giustiziato senza degradazione. Ho voluto toccare questi pochi passi con V.E. per ogni rispetto; ma se promovessero a Roma tal difficoltà, si sostenterà la ragione pubblica siffattamente, che resteranno confusi.

Che abbiano concesso le decime mi piace, ma più mi piacerebbe se fossero tolte. Io non amo molto i loro favori. La Repubblica ha autorità naturale di decimare il clero: il ricever le decime da loro, è prima conoscere il suo in grazia; poi con le esazioni ne levano la metà, sì che la grazia del papa è ch’egli vi dona la metà del vostro, e del resto ve ne priva. Vorrei che siccome Dio ha diviso i paesi, e non posto niente nell’uno e nell’altro, così fossero divisi i governi.

Hanno proibito in Roma un buon numero di libri, fra’ quali le Storie di monsignore di Thou.1 V.E. sa che, per il concordato fatto con Clemente VIII, in questo Stato non ha luogo alcuna proibizione fatta senza consenso de’ magistrati; e però, se alcuna cosa


  1. Altra ragione per non poter credere scritta questa lettera nel mese di ottobre, si è che il decreto col quale vennero proibite in Roma le Istorie del De Thou, porta veramente la data dei 9 novembre di questo medesimo anno.