Pagina:Satire (Orazio).djvu/113

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L’uno e l’altro balzar giuso da’ letti.
Paurosi girar tutta la sala,
E il terror crebbe, quando fero i cani
D’alti latrati rintronar l’albergo.
165Il topo agreste allor: Cotesta vita
Non fa per me. Te la rinunzio. Il bosco
E la mia tana da’ perigli immune
Di secche vecce mi faran contento.


SATIRA VII.


Davo e Orazio.


Dav. Gran pezza è ch’io v’ascolto; Or vorrei dirvi
Servo qual son quattro parole anch’io;
Ma non m’attento. Or. Se’ tu, Davo? Dav. Davo
Son io fido al padron, servo dabbene
5Sol quanto basta a far che mi crediate
Degno di lunga vita. Or. Adopra meco
La libertà, che l’uso nostro antico
Nel mese di decembre a’ servi accorda.
Dav. Degli uomini una parte incaponita
10Si sta ne’ vizj, e mai tenor non cangia.