Pagina:Satire (Orazio).djvu/12

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O mal costume. Che ne’ campi incolti
Germinar felce suol degna del foco.
Poniam mente allo stil de’ ciechi amanti,
50Cui delle amiche le più sozze mende,
Non che disgusto, recano diletto,
Come fa d’Agna il polipo a Balbino.
Vorrei che un tale error nelle amicizie
Avesse luogo, e che si fosse a quello
55Dalla virtù trovato un nome onesto.
Del figlio il padre non aborre, e noi
Aborrir dell’amico non dovremmo
Qual ch’ei s’abbia difetto. Un padre appella
Luschetto un figlio che ha stravolti gli occhi,
60Piccin quel ch’è pimmeo come a’ di nostri
Era Sisifo aborto di natura;
Bilenco chi stravolte ha le ginocchia,
E strambin chiama balbettando quello
Che mal si regge su i calcagni storti.
65Così da noi chi troppo il suo risparmia
Si nomini frugale, e chi ventoso
Mena di se jattanza un uom garbato
Che figura vuol far presso gli amici.
Se alcuno è truce e franco oltre il dovere,
70Di schietto e coraggioso abbiasi il nome;