Anzi qualor dal foro, o dal teatro 110Alle private stanze il forte Scipio
E il saggio Lelio fean ritorno, intanto
Che cocevano i cavoli e le rape,
Solean discinti sollazzarsi e il tempo
Con lui passare in bagattelle e in giochi. 115Io qualunque mi sia, benchè a Lucilio
Inferior d’ingegno e di fortune,
Son vissuto co’ grandi, e a suo dispetto
Fia pur l’invidia a confessarlo astretta;
E s’ella cerca e si lusinga il dente 120Nel tenero cacciar, darà nel duro.
O mio dotto Trebazio, hai tu che oppormi? Treb. Io già decido in tuo favor. Ma guarda
Che non t’abbia a venir qualche disastro
Dall’imperizia delle sante leggi. 125“Chi contro alcun farà cattivi versi
Si citi al tribunal”. Or. Sì, se cattivi:
Ma se buon gli fa, riporta lode
Al tribunal d’Augusto. Or se taluno
D’incorrotto costume andrà latrando 130Contro chi degno è d’ignominia e scorno,
In riso finirà tutto il processo,
E quegli se n’andra libero e salvo.