Pagina:Satire (Orazio).djvu/77

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Impallidito il volto. E voi che l’alma
Accesa di libidine o di trista
Superstizione o d’altro morbo avete,
Fatevi innanzi, e in ordinata schiera
120Udite me finch’io dimostro a tutti
Che frenetici siete e deliranti.
D’elleboro gran dose, e la maggiore
Che agli altri, si de’ porgere agli avari,
Se pur non voglia di ragione a questi
125Un’Anticira intera destinarsi.
Di Staberio gli eredi in su l’avello
Di lui segnar l’eredità lasciata.
Se non l’avesser fatto, erano astretti
Al popolo donar ben cento coppie
130Di gladiatori, e un pranzo a gusto d’Arrio,
E di più quanto grano Affrica miete.
O bene, o male, io così vo’. Nessuno
Faccia meco il dottor, credo dicesse.
Io però stimo che quell’uom prudente
135Vedesse.... E che mai vide? E qual prudenza
Mostrò volendo che scolpito fosse
Nel marmo sepolcrale il suo retaggio?
Finch’egli visse, povertà gran vizio
Ei reputò, nè verun’altra cosa