Pagina:Satire (Orazio).djvu/78

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140Più di quella fuggì; tal che di vita
Se men ricco d’un soldo uscìa, temuto
Avrebbe d’infamarsi. E veramente
Alle belle ricchezze onore e fama,
Virtude, e quanto v’ha divino, umano,
145Tutto s’inchina, e quei che fenne acquisto
E’ illustre e valoroso e giusto e saggio,
E re pur anco, e tutto ciò ch’ei vuole.
Quindi sperò da sue ricchezze, come
Bel frutto di virtù, gran nome e vanto.
150Oh quanto mai da lui diverso il greco
Aristippo si fu, che gettar via
Fe nella Libia da’ suoi servi l’oro,
Perchè gli fea tal peso ir lenti e pigri,
Il più pazzo chi fu di questi due?
155Nulla un esempio val, per cui si scioglie
Una quistion col suscitarne un’altra.
Se in gran numero cetre alcun comprasse
Di cotal suono e d’ogni musica arte
Ignaro affatto, se trincetti e forme
160Chi non è calzolar, se vele e antenne
Chi dalla mercatura ha il cor lontano,
Cert’ei da tutti con ragion sarìa
Chiamato folle e scimunito. Or quale