Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/206

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CAPITOLO VENTESIMOSETTIMO

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viaggio alla volta di crotone.

progetti per far danaro.



Finì, quando Dio volle, tanto travaglio, ed entrammo abbattuti in una casupola da pescatore, dove ci ristorammo colle vettovaglie affatto guaste dalla tempesta, e passammo una pessima notte.

Il giorno dopo mentre tenevam consiglio a qual parte indirizzarsi, vidi ad un tratto il cadavere di un uomo sulle acque, che da un leggier gorgo fu trasportato a riva. Ciò mi fè stare sopra pensiero, e tristamente mi posi a considerare con attenzione la perfidia del mare.

E gridai: forse in alcuna parte del mondo la moglie aspetta con fiducia costui, o forse un figlio, che di questa procella non ha notizia, o fors’anche ha egli abbandonato suo padre, cui partendo baciò. Or ecco i progetti de’ mortali, ecco l’esito degli ambiziosi disegni; ecco come navighi l’uomo.

Ancora per un incognito si compiangea colui, quando gittato a terra dall’onda, senza esser guasto, conobbi essere quel sì terribil poc’anzi e implacabile Lica, ora quasi calcato da’ miei piedi.