Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/89

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inviolabilita’ de’ misteri violata, ecc. 33

sto, replicò, dimani farà battaglia, per antipasto alla mia libidine, giacchè oggi dop’essermi ben pasciuta altro piatto non curo.

Quando ebbe così parlato, Psiche ridendo le si accostò all'orecchio, e dettole non so cosa, brava, brava, disse Quartilla, bene hai pensato, perchè non si sverginerà ella, or che bellissima n’è l'occasione, la nostra Pannichina? E fu tosto condotta questa fanciulla, assai bella, che non mostrava aver più di sett’anni, ed era quella medesima, che insieme a Quartilla venne la prima volta in camera nostra. E come tutti applaudivano e sollecitavano, si stabiliron le nozze.

Io mi maravigliai, e sostenni che nè Gitone, ragazzo verecondissimo, era capace di tale sfrontatezza, nè era la fanciulla per l’età sua al caso di poter accoglier lo scettro cui son le donne soggette. Oh! disse Quartilla, è fors’ ella più giovane di quel che foss’io, quando la prima volta mi sottoposi ad un uomo? Che Giunon mi punisca se io pur mi ricordo d’essere stata vergine. Perchè fanciulla con fanciulli mi abbarbicai, poi, crescendo gli anni, attesi a garzoni maggiori di me, fin ch’io giunsi alla età presente: quinci nacque forse il proverbio


    Chi un vitel portato ha già,
    Anche un toro porterà.


Laonde perchè il ragazzo non avesse mio malgrado a soffrir maggior male, mi alzai per assistere alla nuzial cerimonia.

Già Psiche avvolgea il capo della fanciulla nel velo, già il baciucchiatore portava innanzi la fiaccola, già le donne ubbriache seguiano in lungo ordine con gran baldoria, e aveano della nuzial veste ornato il talamo, quando Quartilla dalla libidine de’ trastullanti commossa, si alzò, e afferrato Gitone il condusse in ca-