Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Eh! non par vero, a dirtela
Chiara, rotonda e netta,
Civetterie sì illecite,
Chi mai, chi se l’aspetta?
Ier l’altro, come al solito,
Andavo a passeggiata,
Quando riuscito al vicolo,
Che chiaman la Fiascata,
Ebbi a veder, che scandalo!
Una gentil donzella
Di vago aspetto e candida,
Quanto impudica, bella.
Ch’era al balcone estatica
In abito da letto,
E, cosa più incredibile,
Senza celarsi il petto.
Ma quest’è nulla, proprio
Tu rimarrai stordito,
Tutta d’amor struggendosi
Mi chiamò fin col dito.
Per veder me sollecita
Sempre al balcon sedea,
Ma un padre detestabile
A forza la trae
In casa, al tristo carcere,
Per non vedermi affatto,
La sera, o quando il fulmine
Imperversava a un tratto.
E che ne vuoi, quest’anima
Al par dell’altre è frale.
No, non si può resistere,
Che ’l valor qui non vale,
Sento un’affanno insolito!
Sento un’ardor cocente!
Ah! che non è credibile,
Troppo è la fiamma ardente. —