Pagina:Schiaparelli - Scritti sulla storia della astronomia antica, II, 1926.djvu/130

Da Wikisource.

presso i greci 119

sità di non discostarsi troppo dalla realtà delle cose, altri Pitagorici erano stati indotti a riunire la Terra e l’Antiterra in un globo solo, includente il Fuoco centrale nel suo seno; sostituendo così alla rivoluzione quotidiana di quelle, la rotazione diurna di questo intorno al centro del mondo. Un tal modo di vedere ebbe pure nell’epoca qui considerata i suoi seguaci, che Aristotele non credette inopportuno di confutare1. Esso costituiva evidentemente un’importante preparazione all’ulteriore corso di speculazione cosmologica, che ci proponiamo di descrivere. Ma l’influsso dei concetti pitagorici sn questo svolgimento fu anche maggiore per ciò che rese familiare alle menti riflessive l’idea, al volgo quasi inaccessibile, della mobilità della Terra; idea che sarà un eterno titolo di gloria per quelli, che primi osarono di concepirla.

2. Non mancarono certamente neppure in quel tempo altri, i quali condotti da propria riflessione, oppure guidati da osservazione più accurata dei fenomeni celesti, si scostarono più o meno dalle idee prevalenti nelle maggiori scuole, combinandole, modificandole, od ancora creandone di nuove. Di questi il più celebre fu Eraclide Pontico; il quale sebbene abbia frequentato assai tempo Platone, e fosse uno dei filosofi di maggior nome usciti da quella scuola, in molte parti si scostò dai dogmi del Maestro. Eraclide Pontico deve considerarsi come uno dei pensatori più profondi e più indipendenti di quel tempo; e quanto sappiamo delle sue speculazioni sui movimenti celesti basta a dar di ciò una prova evidente.

Grazie alle indagini di vari eruditi, e principalmente di H. Martin, il sistema astronomico di Eraclide Pontico è conosciuto nei suoi tratti più caratteristici2. Egli aveva francamente adottato l’ipotesi d’Iceta e d’Ecfanto sulla rotazione diurna della Terra; e si rendeva perfetto conto delle modifi-3

  1. De Cælo 11, 13.
  2. H. Martin, Mémoires sur l’histoire des hypothèses astronomiques chez les Grees et les Romains, Chap. V, §§ 3 et 4. Nelle Mémoires de l’Acadèmie des inscriptions et belles lettres. Vol. XXX, 2° partie, 1881. Vedi Inoltre: F. Hultsch, Das astronomische System des Herakleides von Pontos nei Neae Jahrbùcher für Philologie und Paedagogick. Heransgegehen ron A. Fleckeisen und R. Richter, 1896. Erste Abteilung, pp. 305-316.
  3. p. 114 e seg., Berlino 1852). Essa si appoggia all’autorità incontrastabile di Teofrasto, il quale potè averla da Aristotele, o fors’anche da Platone medesimo. Vedi i miei Precursori di Copernico, Documenti XXII e XXIII.