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146 origine del sistema planetario eliocentrico

torità di Nicomaco, Jamblico»1. Anche questa notizia sembra ben fondata; perchè il Nicomaco qui nominato appena si può dubitare che sia il celebre matematico di Gerasa, il quale aveva scritto un’opera intitolata Collezione dei dogmi pitagorici2. Da questa, secondo quanto con molta verosimiglianza congettura il Fabricio, l’avrebbe riferita Jamblico nel libro X della sua opera Sulla dottrina pitagorica; il qual libro X trattava appunto delle dottrine pitagoriche περὶ σφαιρικῆς καὶ ἀστρολογικῆς3. — Adunque, secondo Nicomaco, ai Pitagorici sarebbe dovuta la prima idea di introdurre l’ipotesi degli eccentrici per spiegare le apparenze dei movimenti planetari. Anche qui non si può intender altro che di eccentri mobili; prima, perchè con i soli eccentri fissi senza epicicli nulla si può spiegare delle retrogradazioni; secondo, perchè l’idea di applicare l’eccentro fisso per soddisfare all’ineguaglianza zodiacale dei pianeti non è anteriore ad Ipparco, siccome abbiamo dall’autorità, incontrastabile di Tolomeo (vedi sopra § 20). Non risulta poi dalla citazione di Simplicio, se Nicomaco, attribuendo ai Pitagorici l’invenzione dell’eccentro, escludesse ad un tempo, che questi avessero inventato anche l’epiciclo. Dal modo con cui si esprime Simplicio, una tale esclusione sembra probabile, sebbene non possa dirsi assolutamente certa.

31. Questo insieme di testimonianze, lasciando per ora da parte qualche contraddizione secondaria di cui non è difficile rendersi conto in scrittori quasi tutti assai posteriori all’evento, ci conduce con discreta concordia a cercare presso i Pitagorici il primo concetto di rappresentare le irregolarità planetarie sovrapponendo all’antica rivoluzione circolare ed uniforme intorno alla Terra, un altro moto circolare ed uniforme intorno ad un secondo centro. La prima questione che si presenta è di sapere, a quali Pitagorici qui si faccia allusione. — Su questo punto osserviamo in primo luogo, esser senz’altro escluse da queste considerazioni le scuole dei Neopitagorici; delle quali, secondo che espone lo Zeller4, cominciano a

  1. Simplicio, De Cælo, ed. Heiberg, p. 507.
  2. Citata da Siriano nel Commento al XII della Metafisica di Aristotele. Vedi Fabricio, Bibl. Gr., vol. V, p. 637, Harles.
  3. Poteva anche Jamblico aver riferito questa notizia nel suo Commento all’Aritmetica di Nicomaco; ma ho verificato che nè nell’Aritmetica di Nicomaco, nè nel Commento di Jamblico nulla si trova su tale proposito.
  4. Zeller, Die Philosophie der Griechen in ihrer geschichtliechen.