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334 a proposito di una storia

Callippo, si appoggiano le idee cosmologiche di Aristotele; il quale ne modificò la struttura in guisa da adattarlo alla sua idea, che il principio motore dell’universo dovesse trovarsi sulla circonferenza di esso e non al centro.

Il capitolo VI, intitolato Eraclide ed Aristarco, spiega l’evoluzione d’idee cosmologiche avvenuta in Grecia nei cento anni che seguirono la morte di Platone (347 av. Cristo). Al cominciare di questo intervallo Eraclide Pontico proclama categoricamente l’immobilità del cielo stellato e la rotazione diurna della Terra; pone inoltre nel Sole il centro della rivoluzione di almeno due pianeti, Mercurio e Venere. Alla fine del medesimo intervallo Aristarco di Samo già è arrivato a ravvisare nel sistema eliocentrico (che noi chiamiamo Copernicano) il modo più semplice e più elegante di rappresentare tutti i fenomeni principali dei movimenti planetari. In questo intervallo cade ancora l’invenzione degli eccentri mobili e degli epicicli, dei quali Apollonio, poco dopo Aristarco, investigava le geometriche proprietà. Dalle speculazioni dei filosofi il problema del sistema cosmico era passato alle ricerche rigorose dei geometri; i quali presto giunsero a riconoscere, esser quello un problema di moti relativi, capace di diverse soluzioni. Al geometra l’ufficio di cercare e di proporre tali soluzioni: al fisico quella di scegliere fra esse la più conveniente alla natura delle cose.

Sebbene di tutto questo movimento d’idee non ci rimangano che poche ed imperfette notizie, tuttavia è ancora possibile rintracciare l’ordine logico, per cui date le posizioni di Eraclide Pontico, si potè giungere al concetto eliocentrico proclamato da Aristarco. Il punto di partenza fu l’aver rilevato che il sistema d’Eudosso era insufficiente a spiegare le grandi variazioni di splendore osservabili in Marte ed in Venere, e la necessità di rendersi conto di tali variazioni. L’idea dell’eccentro mobile, suggerita molto probabilmente dalle osservazioni di Marte, ha servito qui come ponte di passaggio. Il Dreyer attribuisce ad Aristarco tutto intiero il merito di questo passaggio; ed è certo che dagli antichi egli ne fu riconosciuto generalmente come primo ed unico autore. Tuttavia esistono testimonianze, le quali permettono di pensare che allo studio dei vari problemi connessi con questo argomento abbiano preso parte, non solo Eraclide stesso, ma anche i matematici Autolico ed Aristotero (fiorirono intorno al 300 prima di Cristo), i quali