Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/149

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parte seconda. 127

tografare oggetti vicini, non può produrre il migliore risultalo possibile nel riprodurre oggetti lontani, che inviano pennelli più paralleli. E per contro se in un oggettivo i pennelli luminosi paralleli soffrono la minore aberrazione sferica possibile, e l’immagine è al centro del campo della massima nitidezza, un tale oggettivo non potrebbe essere quello che soddisfi nel tempo stesso alla massima pianezza del campo, quando si opera con pennelli luminosi molto obliqui, ossia quando si prende l’immagine di oggetti vicini.

Un oggettivo a foco corto è prezioso quando si ha bisogno di operare rapidamente, o con poca luce, ma sarebbe di niun valore quando si avesse a produrre un’immagine un po’ grande; nel qual caso occorre un oggettivo a foco più lungo.

Gli oggettivi a foco lungo hanno degli inconvenienti che si fanno sentire in altre circostanze. Questi inconvenienti non sono solamente quelli della lentezza a produrre una impressione per la minore intensità di luce che concentrano sulla immagine, della grandezza dell’immagine per cui si deve operare più in grande, con maggior spesa e disturbo. L’obbiezione principale, che noi crediamo vi sia all’uso di oggettivi a foco molto lungo, dipende da ciò, che la nitidezza dell’immagine per oggetti di ineguale distanza varia nella proporzione del quadrato dei fochi, per cui con un oggettivo a foco molto lungo è assai difficile avere una immagine di una nitidezza uniforme.

Sia un oggettivo, la lunghezza del cui foco sia 26 pollici, e si paragoni con altro oggettivo avente solo 11 pollici di lunghezza focale. Supponendo che la qualità della luce, e la distanza degli oggetti sia la stessa, sì troverà che la differenza di foco per oggetti inegualmente distanti sarà almeno 5 volte più grande col primo oggettivo, di quello che sia col secondo, ossia sarà nel rapporto di 262 : 112. Così mettendo il primo oggettivo avanti ad una fila di case, il punto più vicino delle quali sia a 20 metri, ed il punto più lontano a grande distanza, si trova che l’immagine del punto più vicino è più distante dalla lente di circa 2½ centimetri, che non l’immagine del punto più lontano. Invece col secondo oggettivo la differenza di distanza sarebbe solo di 1½ centimetro circa. Con un oggettivo a foco più corto si avrebbe una differenza ancor meno grande, e