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Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/60

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38 note.


Se questa vernice non ha il grado di consistenza voluto, la si lascia evaporare all’aria libera in una capsula, riparandola dalla umidità che l’altera e finisce per decomporla. Questo inconveniente è soprattutto a temere in questa stagione fredda ed umida, per le esperienze fatte nella camera oscura.

Una piccola quantità di questa vernice applicata a freddo con un’ovatta di pelle ben dolce sopra una lamina di argento ben polita, la rende di un bel colore vermiglio, e vi si stende in istrato sottile e molto eguale. Si pone in seguito la lamina sopra di un ferro caldo ricoperto di alcuni fogli di carta, da cui si toglie così preventivamente tutta l’umidità; e quando la vernice più non impiastriccia, si toglie la lamina per lasciarla freddare e finire di seccare ad una dolce temperatura al riparo del contatto di un’aria umida. Io non devo tralasciare di osservare a questo soggetto che egli è principalmente nell’applicare la vernice che questa precauzione è indispensabile. In questo caso, un legger disco, al centro del quale è fissato un corto gambo che si tiene in bocca, basta per arrestare e condensare l’umidità della respirazione.

La tavola metallica così preparata può venire immediatamente sottomessa alle impressioni del fluido luminoso: ma anche dopo di esservi stata esposta abbastanza lungo tempo affinchè l’effetto abbia luogo, nulla indica che esso realmente esiste, imperocchè l’impressione resta nascosta, invisibile. Si tratta dunque di farla sortire ed a ciò non si riesce che col mezzo di un dissolvente.

Del dissolvente. Modo di prepararlo. Siccome questo dissolvente deve essere appropriato al risultato che si vuole ottenere, egli è difficile di fissare con esattezza le proporzioni della sua composizione; ma però, a circostanze eguali, più giova che esso sia troppo debole che troppo forte. Quello che io impiego di preferenza è composto di una parte, non in peso, ma in volume, di olio essenziale di lavanda sopra dieci parti, stessa misura, di olio di petrolio bianco. Il miscuglio, che diventa dapprima lattiginoso, si schiarifica perfettamente nel termine di due o tre giorni. Questo composto può servire molte volte di seguito. Esso non perde la sua proprietà dissolvente, che quando si avvicina al termine di saturazione, ciò che si riconosce dal suo diventare opaco e di coloro molto intenso; ma si può distillarlo e renderlo egualmente buono di prima.

La lamina o tavola inverniciata essendo tolta dalla camera oscura, si versa in un vaso di ferro bianco di un pollice di profondità, più lungo e più largo che la lamina, una quantità di dissolvente abbastanza considerevole, perchè la lamina ne sia intieramente ricoperta. La si tuffa nel liquido, ed osservandola sotto un certo angolo, in una luce falsa, si vede l’impronta comparire e scoprirsi a poco a poco, quantunque ancora velata dall’olio sopranuotante più o meno saturato di vernice. Si estrae allora la lamina e la si pone verticalmente per lasciar bene sgocciolare il dissolvente. Quando più non ne parte, si procede all’ultima operazione che non è mica la meno importante.