Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/164

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Il giorno 8 novembre 2004 Mills inviava allo SCO di Bristol una nota1 in cui confermava di riconoscere la sottoposizione a tassazione “del denaro del Torrey Global Offshore Fund” e dichiarava che “la persona coinvolta”, vale a dire l’autore di quella che egli aveva considerato una donazione, “non era Carlo Bernasconi, ma un altro cliente, il cui nome ero allora ansioso di tenere celato: Diego Attanasio, che era anche il principale contatto della Struie Holdings”.

Proseguiva augurandosi che di non aver così sminuito l'accuratezza e la completezza della propria relazione depositata il 2 settembre.

Nei giorni successivi Sue Mullins inviava allo SCO la documentazione relativa ai conti bancari che era stata richiesta.


In data 14 dicembre 2004 tra l'ispettore delle tasse e Mullins intercorreva una conversazione telefonica di cui veniva redatto apposito verbale. L’ispettore informava il consulente fiscale che “i recenti sviluppi avevano sollevato dei problemi”, sia perché erano emersi conti correnti non dichiarati, sia perché Mills aveva reso nota la provenienza del danaro da Diego Attanasio invece che da Bernasconi. Correva pertanto l’obbligo per la commercialista di verificare “le spiegazioni non documentate” di Mills.

L’ufficio aveva sperato in una “solerte collaborazione” per giungere ad un accordo in tempi rapidi, aveva perciò “organizzato velocemente la riunione per il 22 luglio 2004”, ma “aveva passato la maggior parte del suo tempo ad ascoltare una storia raccontata dal sig. Mills che si era rivelata essenzialmente falsa”. Mullins, diceva l’ispettore, “aveva fatto del suo meglio per velocizzare l'analisi” di una relazione che poi si era rivelata incompleta, inesatta, non documentata. Perciò ora doveva “pensarci molto bene prima di decidere quale fosse la via migliore da seguire”.

Mullins rispondeva che “anche a lei era stata raccontata la stessa storia”, e che da quanto sapeva da Mills tutte le circostanze da questi riferite erano esatte, salvo “l’identità del donatore”. D’altronde “a volte il suo cliente faceva cose strane e lei non sempre riusciva a comprendere il perché. Comunque in questa occasione il motivo era chiaro: voleva proteggere la vera identità del donatore”.

Proprio in relazione alla persona di Attanasio, l’ispettore comunicava alla Mills, che ne rimaneva “scioccata”, trattarsi di persona condannata “per corruzione e frode”, come “appreso da Internet”.

La conversazione proseguiva sul tema dei conti correnti di Mills, che Mullins dichiarava essere così tanti che “era difficile fornire una lista completa”.

Poiché ovviamente “Mills era obbligato come ogni altro contribuente ad essere in possesso di una documentazione fiscale di supporto” e “avrebbe dovuto essere consapevole di questo obbligo

  1. Tutti di documenti provenienti da Inland Revenue sono nel faldone 1 allegato al fascicolo del dibattimento.