Pagina:Serao - Fior di passione.djvu/208

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208 duetto di salone


dell’abnegazione? Noi ad amare, noi a sopportare i fastidii, noi a scusare le ridicolaggini del marito, noi a lusingarci che ci ami ancora, noi ad offrirgli dei prestiti per la sua indifferenza! È troppo, è troppo, la misura soverchia!

Giovannina si era riscaldata poco a poco, come se nessuno l’ascoltasse, come se facesse un discorso con sè stessa. Invece la fanciulla l’ascoltava attentamente, guardandola coi suoi grandi occhi luminosi di bontà.

— È grave, è gravissimo — riprese Giovannina — questo maritarsi con una persona con cui non si è avuta nessuna intimità. Dumas lo deve aver detto molte volte; egli lo pensava, io lo sento. Dio mio! Pranzare, passeggiare, cenare, abitare, vivere tutta la vita, con un uomo con cui si è solamente walzato! È comico ed è funebre. E un brutto giorno, sapete di che ci accorgiamo noi? Sapete la paurosa scoperta che facciamo? Noi scopriamo di non amare più!