Pagina:Serao - Il romanzo della fanciulla, R. Bemporad & figlio, Firenze, 1921.djvu/216

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212 scuola normale femminile


ridendo, un po’ tossendo, mostrando i denti, a cui mancava proprio un incisivo, rispose:

— Professore, sapete, stamane ho ascoltata la vostra messa. —

Il pretonzolo Pagliuca, nero nero di faccia, con gli occhiali, sorrise come lusingato.

— Dite la parabola.... — insistette.

— Professore, perchè dite la messa così ad alta voce? — domandò l’altra, un po’ sfacciatella, col viso pallido e gli occhi già troppo maliziosi.

Egli spiegò perchè, parlò della messa: le ragazze lo ascoltavano, ridacchiando fra loro. Era un pretarello tutto storto e bruno, che spiegando la lezione faceva una quantità di smorfie con la bocca e con gli occhi, una quantità di gesti ridicoli, a proposito di Mosè o di Cristo. Le ragazze non lo potevano prendere sul serio.

— Donnarumma, dite la parabola....

— Professore, scusate, ho prima da esporre una difficoltà. È vero quello che dicono i miscredenti, che Gesù sia stato troppo indulgente, perdonando alla Maddalena? —

Egli fece una faccia scandolezzata, si contorse sulla seggiola, inarcò le sopracciglia e cercò giustificare il perdono di Gesù alla Maddalena. Ma quelle fanciulle, certe specialmente, pareva non si convincessero, lo guardavano coi loro occhi furbi ed increduli: egli sentiva l’ironìa di quegli sguardi, ci s’irritava, strillò che non era decente porre in dubbio i fatti della religione. Donnarumma, la grande giovanotta di Castellamare, dagli occhi di giovenca, un po’ confusa, disse