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126 | la mano tagliata. |
— Chi potrebbe opporsi a Marcus Henner, al Maestro?
— Io, — ripetè la fanciulla, con la stessa durezza.
— Io vincerò la vostra volontà.
— Voi non la vincerete.
— La spezzerò, allora.
— Potrete spezzare la mia vita, non la mia volontà.
— Preferireste la morte, dunque?
— Mille volte, la morte: non voi!
— Le mani del Maestro si contrassero e una debole fiamma di sangue salì alle sue guance.
— Voi vi siete incapricciata di quel Ranieri Lambertini....
— Non nominatelo! — gridò lei, facendo un moto con la mano, per arrestare le sue parole.
— Perchè?
— Perchè il suo nome si sporca sulle vostre labbra, — ella disse, con un moto di profondo ribrezzo.
— Voi mi costringete a uccidere quell’uomo, Rachele Cabib, — disse Marcus Henner, mordendosi le labbra sottili che si erano fatte bianche.
— Oh, egli non morrà! — gridò ella, trionfalmente.
— Morrà, morrà, per me.
— Vi è qualche cosa che lo salva!
— E che è?
— Il mio amore. È un amuleto, il mio amore, — ella dichiarò, misteriosamente.
Il gobbo si fece smorto e parve che un lieve tremore gli agitasse le labbra.
— Egli non vi ama, egli vi lascerà, voi sarete mia.
— Egli mi ama e io non apparterrò che a lui.
— E se vi abbandonasse? Se vi tradisse? Se morisse?