Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
252 | la mano tagliata. |
— Sì.
— Non è ella andato ieri l’altro alla direzione di polizia?
— Sì.
— Non le è stato detto che io sarei venuto da lei, appena avessi potuto?
— Voi, dunque, siete Dick Leslie? — domandò con ansietà Roberto Alimena.
— Così pare, — rispose con un sorriso bonario il detective — Dick Leslie, figliuolo di Rob Leslie e di Margaret Bright, nato a Withe-Chapel, in Londra. E, Dio salvi la Regina, — finì il giocondo uomo.
— Ma, siete proprio voi? — domandò, di nuovo, Roberto, che non sapeva persuadersi di quell’aspetto così schietto e di quella gaiezza così rumorosa.
— Ecco la mia carta, ed il mio ritratto, — disse Dick Leslie, cavando un foglio ed una fotografia, e mostrandoli a Roberto.
Era un foglio di passo della polizia di Londra, che dava anche i connotati dell’agente, simili a lui e simili al ritratto. Non vi poteva essere più dubbio.
Allora, Roberto Alimena disse al detective:
— Dunque, siete libero?
— Sono libero, Vostra Grazia.
— Avete ritrovato il figliuolo del lord? — disse Alimena, con la spensieratezza italiana. — Mi aveva detto.... il direttore della polizia.... — mormorò Roberto Alimena, mordendosi le labbra.
Dick Leslie ebbe una tale espressione di sorpresa e di candore, che Alimena stornò subito il discorso:
— Siete pronto a servirmi? — chiese, andando al fatto, come se fosse un vero inglese.
— Pronto.
— Si tratta di trovarmi un uomo.