Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/356

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350 la mano tagliata.

fedele a Marcus Henner, ma impietosito dello stato della povera prigioniera, avrebbe volentieri prestato mano all’evasione. Vidi la sera questo servo, in una taverna di ladri: ma che non avrei fatto per avere Maria e per punire Marcus Henner? Egli mi confermò tutto quello che mi aveva detto Dick Leslie, ma mi disse anche che senza l’aiuto di Lewis, il maggiordomo ed il factotum di Marcus Henner, era impossibile pensare ad una fuga di Maria, la prigioniera. Però, anche questo Lewis era singolarmente affezionato alla infelicissima donna e disposto a salvarla da una schiavitù, in cui quella poveretta consumava gli ultimi anni della sua giovinezza. D’altronde, la cosa era molto difficile, molto grave, perchè quell’uomo dominava tutti quanti col potere che a quella gente volgare pareva supremo e tenebroso.

«Però, il servo John mi promise che avrei veduto la sera susseguente il maggiordomo Lewis in istrada, in un convegno sicuro, dove Marcus Henner, sempre sospettoso e sempre diffidente, non avrebbe potuto sorprenderci. Nella giornata, sentendo che qualche cosa di molto grave e forse di tragico mi si preparava, io aveva preso tutte le mie disposizioni, come se dovessi morire, e ti avevo anche scritto una lettera, che ho poi distrutta, perchè era inutile. Dick Leslie neppure mi aveva nascosto che noi combattevamo una estrema battaglia, in cui potevamo benissimo perdere anche la vita, giacchè avevamo un avversario che non scherzava. Infine, io aveva fatto i miei preparativi, come se fossi in punto di morte. Puoi immaginarti che cosa fosse la mia giornata, chiuso in un albergo, aspettando l’ora delle undici, in cui il Lewis sarebbe venuto all’appuntamento. Credo di non aver mai passata una giornata più inquieta, più agitata e più sconvolgente di quella. Il Dick Leslie aveva preparato, nel caso che una fuga fosse