Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/401

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la mano tagliata. 395

sarà già da un pezzo davanti all’eterno suo Giudice, per mia elezione, ed in olocausto all’assassinio di Maria. Scrivo questo, non per giustificarmi, perchè non riconosco altro magistrato sulla mia coscienza che il Dio d’Israele, ma lo scrivo perchè si conosca che cosa fu il mio segreto e quale fu la causa della mia morte. Dovrei, forse, sparire, come il fumo nell’aria dileguarmi, ma non so quale acre desiderio di volgere e di rivolgere il pugnale che m’ha trafitto nella mia piaga, mi tiene e mi vince. Oramai i due gentiluomini che mi hanno preso — l’uno il cuore di Maria e l’altro il cuore di Rachele — non possono cogliermi più. Io mi metto al sicuro d’ogni loro vendetta, votandomi alla morte, quando appena ho toccato la maturità dei miei anni, quando il mio talento e la mia scienza sono nel loro pieno sviluppo, quando la mia fortuna era per giungere all’apice.

«Ma gli uomini che hanno un grande ideale debbono vivere casti e senza amore.

«Sparisce con me una delle energie più violente e più atte a scoprire verità, a creare e a regolare i fatti della vita, una delle volontà più efficaci e più proterve.

«Muore con me una forza che mai più riapparirà nel mondo: sparisce una leva possente, sulla quale un mirabile edificio di pensiero e di scienza si poteva levare; muore un uomo che conosceva i segreti, che asserviscono l’uomo all’uomo. E tutto questo perchè due occhi dolenti e affascinanti m’han guardato un giorno, e perchè io chiesi invano a questi occhi uno sguardo di amore, perchè una bocca porpurea m’è apparsa, e io domandai a questa bocca dei sorrisi, delle parole, dei baci, che mai mi furono accordati. Io ho tradito la Scienza per la Donna, e la Donna mi ha perduto.

«Io ho ucciso Maria, questa innocente, questa poveretta, che io adorava: io ho perduto Rachele,