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38 | la mano tagliata. |
— Si spera. La contessa Loredana è sicura di sedurlo.
— È necessario, è urgente, Moussa, — disse lo sconosciuto, con voce imperiosa.
— Lo so, — disse il vecchio, crollando il capo — purtroppo!
— Dici, purtroppo? — esclamò l’altro — vuol dire che il secondo affare va malissimo?
— Malissimo, — e l’antiquario sospirò.
Un sospiro che parve un ruggito escì dal petto dello sconosciuto.
— Ma chi, chi si oppone al mio volere? — disse, con voce soffocata dall’ira, guardando il cielo.
— Chi? Lei! — esclamò Mosè Cabib.
— Una misera fanciulla!
— Misera? Non tanto, Maestro. Ella è piena di forza e di volontà.
— Io sono più forte di lei.
— Voi l’amate, Maestro, — disse umilmente il vecchio, per temperare la crudezza della dichiarazione.
— Io l’amo e la odio, — egli disse, fra i denti stretti.
— Voi la volete felice e grande, lo so, — riprese Mosè Cabib. — Ma ella respinge la vostra offerta, sempre.
— Non mi ama, non mi ama, — disse il Maestro, a capo basso.
— Vi teme, ma vi sfida.
— E tu, suo padre, non puoi fare nulla? Che uomo sei?
— Ella ha minacciato di uccidersi, Maestro, se io tentava di costringerla.
— Non lo farà!
— Lo farà, lo farà, è capacissima di farlo. E mi è figlia, Maestro.
— Tu l’ami! E la daresti a me?
— La darei.