Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/85

Da Wikisource.

la mano tagliata. 79

gevole sguardo alle porte del suo laboratorio, ermeticamente chiuse.

— La vostra vita è felice, professore, — disse Roberto Alimena, con un lieve sospiro.

— Anche la tua potrebbe esser tale, figlio mio, — soggiunse l’uomo di scienza, sorridendo.

— Non credo!

— Dà una nobile ragione alla tua esistenza e risorgerai.

— Nulla, nulla ancora è arrivato a ispirarmi un interesse, una passione! — esclamò Roberto, malinconicamente.

— Cerca, cerca! Sei ricco, sei giovane, sei bello, troverai: ma bisogna cercare! Cercare è la parola della vita! — disse il professore, e un lampo illuminò i suoi occhi sempre vaghi.

— Cercherò. ... cerco qualche cosa, infatti, — disse, più piano, Roberto Alimena.

— Vuol dire che l’interesse vi è già? — domandò, guardandolo con occhio scrutatore, Silvio Amati.

— Sì. ... — E forse, domani, la passione. Posso io saperlo?

— Venivo, appunto, a confidarmi con voi, — e il suo viso mostrò tale turbamento che Amati ne fu colpito.

— È grave, dunque?

— Non so, non so, — mormorò il giovane gentiluomo. E aprendo la pelliccia che aveva tenuta chiusa sino allora, ne cavò fuori il fatale cofanetto di pelle nera. Lo collocò sul grande tavolone coperto di carte e di libri, di fronte a Silvio Amati. Lo scienziato guardò la scatola, coi suoi buoni occhi acuti, ma non la toccò.

— Che è questo?

— Questa scatola racchiude un segreto, professore.