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88 | la mano tagliata. |
— Senz’altro.
— E perchè?
— Perchè è difficilissimo resistere a una simile operazione, quando il braccio è ferito o infranto: impossibile, quando è sano. Una gamba si amputa con probabilità di riescita: un braccio, quasi mai. — Roberto Alimena guardava quella mano, guardava Silvio Amati, con occhi smarriti.
— Comprenderai, — riprese Amati, con la sua calma di scienziato — che la emorragia che ne sussegue, è terribile. D’altronde, vi è un’altra prova della morte.
— Un’altra??
— Il taglio del braccio è coperto, è chiuso da un pezzo di pelle, dello stesso corpo. Dove è stata presa questa pelle? Quel corpo è stato in balìa completa dell’operatore. Morto, dunque, dopo? Non mi meraviglierei che si trattasse di una donna tagliata a pezzi.
— E che egli possedesse degli altri pezzi? — domandò Alimena, con accento lugubre.
— Già, — disse Amati, con accento di soddisfazione.
Tacquero. Alimena, a poco a poco, si veniva calmando. Qualche cosa sorgeva nel suo spirito, che non comunicò subito ad Amati. Solo gli disse:
— E che debbo fare?
— Di che?
— Di questa mano?
— Possibilmente, restituirla al possessore.
— Irreperibile!
— Hai cercato?
— Ho messo degli avvisi nei giornali.
— Nulla?
— Nulla: cioè, qualche cosa.
— Vale a dire?
— Degli indizi; delle persone che mi seguono,