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la mano tagliata. | 91 |
fessore, oramai convinto che nulla avrebbe smosso Roberto Alimena dalla sua decisione. — Che intendi fare?
— Non so bene. Non ho un progetto determinato.
— Posso aiutarti?
— Sempre potete aiutarmi. Non farò un passo senza consultarvi.
— E se parti?
— Vi scriverò.
— Senti, Roberto. Non ti pare che la prima cosa sia di mettere al sicuro quella mano? — disse il professore che era animato da un vero affetto per quel giovane.
— Avete ragione. Ma nè alla questura, nè al municipio!
— Sta bene: ma un posto sicuro, bisognerebbe trovarlo.
— Presso me, professore.
— Tenteranno portartela via.
— La difenderò.
— Puoi pericolare: giuocheranno di astuzia o di violenza, vedrai.
— Lo so. Sarò più forte e più astuto di loro.
— Chi lo sa? Chi sa quale gente ha commesso tale misfatto! Forse un sol uomo, forse ha avuto dei complici.
— Sia chiunque, amico mio! Combatterò.
— Ma chi ti fa mettere a questa lotta?
— Mah! — esclamò Roberto Alimena, con un atto della testa. — È, per me, una occupazione, una curiosità, un interesse. E sono un po’ innamorato di quella mano, ve l’ho detto!
— Te la porteranno via!
— Potranno ammazzarmi, non portarmela via.
— Ascolta: perchè non cerchiamo di salvarla, in qualche modo?
— E dove? Dove?