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108 storia di due anime


E lasciava la casa, col capo curvo sotto questo pensiero trafiggente, prendeva la via della bottega, sulle sue gambe che così male portavano il corpo, vi arrivava turbato, molto turbato, e si metteva all'opera, subito, per calmare la sua agitazione. Non vi riusciva, da principio: ma i visi, che, sotto le sue dita di plasmatore si formavano nella creta, continuamente, i visi, i cui colori, le cui tinte, la cui vita nasceva sotto il suo esperto pennello, finivano per assordare la trafittura del suo cuore, finivano per mettervi su, lentamente, goccia a goccia, il balsamo di un oblio temporaneo. E ciò egli riteneva per un miracolo, tutto a lui dedicato, per un miracolo, che i santi e le Madonne compivano solo per lui, poichè egli li aveva sempre onorati, poichè egli aveva dedicato le sue umili fatiche alla loro glorificazione.

Dopo una, due ore di lavoro, tutta la sua vaga amarezza si tramutava, mirabilmente, nella bontà del suo cuore, in un nuovo germoglio di amore per Anna. E parendogli un secolo che le fosse lontano, spesso lasciava tutto in asso, si cambiava di abito, in un angolo della bottega, si dava una pulita con una spazzola e correva a casa. Ahi, che nulla era mutato, in colei che egli adorava! Talvolta la trovava più tacita e più pensosa della mattina: ella lo vedeva arrivare, con un atto di sorpresa sgradita, aggrottava le sovracciglie, non gli domandava nulla, poco o nulla gli rispondeva. Occupata, distrattamente, alle faccende di casa, compito senza piacere e senza interesse, ella passava da una ca-