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110 storia di due anime


Oppure:

— La signora dormiva.

Oppure:

— La signora ha detto che ve ne parlerà stasera, quando tornate a casa.

Oppure la risposta dura:

— La signora era uscita.

Durissima notizia! Il marito innamorato e non amato, non amato più, o non amato mai, trasaliva tristemente. E a malgrado che tutto egli volesse nascondere, vergognandosi della sua inquietudine, temendo persino il giudizio del suo fedelissimo Gaetano Ursomando, che nulla aveva mai l’aria di vedere e dì udire, egli soggiungeva, ansioso:

— Uscita? Dove è andata? Da quando è uscita?

— Non lo so — era, per lo più, la risposta dello sciancatello.

— Ritorna da Mariangela e domandaglielo.

Ah che nell’intervallo, Mimì Maresca non potea riprendere il lavoro: gironzava per la bottega, con quei suoi passi incerti e strascinati, brancicando con le mani fra i colorì e i pennelli, rovesciando qualche vasetto di porporina, e gittando degli sguardi spersi sulle piccole Madonne e sulla immensa Addolorata del fondo. E di nuovo, la voce di Nicolino risuonava:

— La signora è uscita da un’ora; non ha detto dove andava; Mariangela suppone che sia andata da qualche parente.

Così! Non passava giorno, in cui Anna Dentale non si vestisse in elegante abito e non andasse a