Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/47

Da Wikisource.

— 23 —


veneravano: suor Giovanna non avrebbe potuto dormire, senza quella piccola luce che rischiarava il Crocefisso. Talvolta, nella notte, il lumino si consumava, l’olio galleggiante sull’acqua finiva, la lampadina si spegneva: la suora si svegliava subito, in preda ad ansietà. Nella celletta, con le pareti coverte d’immagini sacre, di quadri e quadretti, di cerei pasquali, di rami d’ulivo benedetto, non vi era se non un letto, una sedia e un piccolo cassettone. Le pareti erano rozzamente imbiancate a calce: sul pavimento i freddi e polverosi mattoni rossi delle più povere case napoletane: lo stesso letto era composto di due trespoli di ferro: un solo materasso e un solo cuscino. Di fronte al letto un balcone: la celletta occupava un angolo orientale del monastero di suor Orsola, al secondo piano, e l’occhio vi avrebbe potuto scorgere il magnifico panorama di