Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/125

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la grande giornata. 115

vano il sangue, di profili evanescenti che trasportavano l’anima in regioni ideali, di pallori pensierosi, di molli linee armoniose: visione di lusso e di ricchezza, nella bella espansione della donna. Oh, egli non amava punto le giovanette borghesi dai paltoncini neri e dal cappellino piumato di nero, che andavano su e giù pei marciapiedi del Corso; nè le ragazze che lavoravano a macchina nella casa dirimpetto alla sua; nè le crestaine snelle, dai capelli incipriati, dallo scialletto nero che batteva sulle calcagna. La donna povera, o gretta, o costretta a lavorare, o volgare, ripugnava alla sua fantasia di poeta: e non dava il suo cuore, come tanti suoi amici, al primo sguardo affettuoso, alla prima dolce parola: egli conservava il suo cuore alla prediletta, alla ignota, alla donna circondata da tutte le eleganze, esoticamente profumata, maestra di tutte le finezze spirituali.

Pur desiderandolo, questo essere ideale gli sembrava inaccessibile, a lui ignobilmente povero, facente un lavoro oscuro di polipo. Solo uno spiraglio, solo uno: non la ricchezza, o la nobiltà, o la fortuna politica, conquiste troppo lontane, troppo difficili, ma il successo letterario, la reputazione di scrittore, il nome di giornalista alla moda. Egli indovinava, intuiva il cuore femminile: quando nel brioso reso-