Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/202

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192 i capelli di sansone.

portando due o tre piatti coperti, stendendo un tovagliolo grossolano sul tavolino, posandovi sopra dei panini biancastri, poco cotti, due mele e un fiaschettino impagliato pieno di un vinello color giallo. Sempre in silenzio, il cameriere dalla giacchettina troppo corta coi risvolti unti, posò accanto al piatto degli gnocchi il conto che ammontava a due lire e sessanta. Riccardo pagò, prima di pranzare, e dette venti centesimi al cameriere. Solo solo, torvo, soffrendo solitariamente, col capo abbassato, egli divorò quegli gnocchi su cui il grasso si era gelato, quel mezzo pollo tutto coperto di grosso pepe nero, bevve quel vinello romano acidulo che raschiava la gola, mangiò una mela e respinse sul tavolino tutti i piatti sporchi.

“Ecco la camicia,” disse trionfalmente la sora Rosa rientrando.

E per fargliela ammirare, ella andò a prendere un suo lume a petrolio, che diffuse un maggior chiarore e un po’ di allegria in quella stanzuccia.

“Avete pranzato qua? Chi sa che intrugli vi avrà portato Checco? Volete che ve lo faccia un poco di caffè?”

Egli disse di sì, voltando la testa per non vedere quei piatti sudici e la posata sporca. Come sempre, le donne erano carezzevoli con