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i capelli di sansone. | 193 |
lui, gli volevano bene istintivamente, sedotte da quella pura fronte bianca, dalla melanconia di quei begli occhi languenti, dalle linee delicate e affaticate di quel volto giovanile.
Cominciava a vestirsi lentamente, di migliore umore, indossando volentieri quella livrea nera e bianca, dando con la sua persona una grazia all’abito moderno, un po’ tetro: e quella sua lenta trasformazione da lavoratore stanco e infelice in uomo di società, pallido ma elegante, quell’appressamento graduale che egli veniva compiendo ad un mondo più felice, più ricco, gli ridavano la coscienza di sè stesso.
Profumandosi i ricci e bruni capelli, arricciando il molle mustacchio sulle morbide labbra, dando una correzione britannica a tutto il suo vestito, egli sentiva svanire la sua malinconia.
“Per carità, sora Rosa, toglietemi dinnanzi tutti questi piatti sudici.”
“Sì, figlio mio: bevete il vostro caffè. Grandi conquiste stasera? Volete venire a guardarvi tutto nello specchio del mio armuàr?”
La padrona di casa reggeva il lume nella sua camera e Riccardo si guardò due o tre volte di faccia e di profilo, nel grande specchio dell’armadio.
Passò il fazzolettino di batista nello spa-