Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/204

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194 i capelli di sansone.

rato del gilet e se ne ritornò in camera sua, dove lo seguì la sora Rosa.

“Non dimenticate nulla,” gli disse la padrona, e gli porse i guanti, il portafogli, la mazzetta.

Macchinalmente egli aprì il portafogli e vide sette lire da una parte, il biglietto rosso del banco Savelli dall’altra. Uno smarrimento subitaneo, rapido, lo colse: calcolò mentalmente quante ore lo separavano dall’indomani a mezzogiorno, in cui doveva pagare le mille lire. Erano le nove; in quindici ore doveva trovare mille lire o far protestare la sua firma.

“E domani c’è articolo, sor Riccardo?”

“Domani? non so.... forse ci sarà....”

“La signorina del terzo piano si lagna, vorrebbe che scriveste ogni giorno....”

“Si seccherebbe poi, sora Rosa.”

“Non lo dite, non lo dite. Siete così bravo e dite tante cose belle alle donne, voi, come nessuno sa dirle, che le donne non si seccheranno mai di sentirle.”

“Vi metterò nel mio articolo, domani,” disse ridendo Riccardo.

“Uh! Sono troppo vecchia, figlio mio.”

Egli uscì, si mise in carrozza con un piglio deciso, come se buttasse indietro tutte le sue angustie. Voleva non pensare, voleva godersi la