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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/249

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LVI


G>iunto a mezzo il camino dove Medea giacea morta colla giusta morte fatta di Gotifredi innella novella ditta <che> ha molto consolato la brigata, e quine in una villa molto piacevole, in casa di uno albergatore trovarono aparecchiato tutto ciò che alla brigata bisognava. Dando pensieri per la sera quine rimanere, si puoseno a desnare prendendo piacere dell’ordine delli stormenti e balli.

E desnato e alquanto riposati in un bel prato odorifero, l’autore dal preposto fu chiamato: comandandoli che qualche novelletta dica mentre che quine dimorano, rispuose: «Volentieri»; e voltosi disse:


DE SAPIENTIA ET VERO JUDICIO

Di David e Salamone suo figliuolo, profeta.


A>l tempo de’ re David e gran profeta, avendo già Salamone suo figliuolo otto anni, divenne che uno — disceso dalla stirpe di Caino — , omo ricchissimo di pecunia e possessioni, nomato Caino, essendo colle suoi case innella città dove David quell’anno dimorava, nomata Gerusalem; avendo questo Cain un suo vicino povero nomato Beniamin il quale solo d’una sua piccola casetta Idio l’avea dotato e non d’altro bene, e più volte fattola proferire a Cain se comprare la volea (però che a lato a du’ case del ditto Cain era); Cain, che desideroso era di quella avere, senza far vista <di volerla dicea> non averne bisogno. E come sentìa che ad altri la proferìa, domandato Cain se contento era che altri quella com-