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iv. le novelle 779

mento che egli assume nei confronti di Iacopo d’Appiano, signore di Pisa, astutissimo nemico di Lucca, che il cronista detesta chiamandolo «piccolo verme» e «maestro di tradimenti», presentandolo come l’incarnazione del demonio. A lui rivolge le apostrofi più eloquenti e le più tremende minacce, rivelandone gli stratagemmi più subdoli e le più ciniche macchinazioni. Pure, egli non può fare a meno di subire il fascino dell’uomo che, sfruttando ogni minima circostanza e mettendo da parte scrupoli e leggi morali, realizza il suo utile particolare. E nel bel mezzo delle descrizioni di abietti tradimenti e congiure, il Sercambi esce in improvvise esclamazioni di plauso («O quanto questo modo di parlare fu sagacie, ché con bello dire si partio a dare ordine al suo pensieri!»; «O astutia d’uomo savio, in piccolo tempo prendere riparo al suo danno!»)1, allo stesso modo che egli difficilmente riesce a nascondere la sua interna soddisfazione narrando in tutti i particolari il complotto che portò il Guinigi al potere nel 1400.

L’ideale virtù del Sercambi è volitiva ed operante: egli ammira il vincitore che ha saputo e voluto soggiogare circostanze ed eventi. Virtù che forse in lui non fu mai consapevolezza di giudizio, ma istinto. Ma è appunto a causa di questo istinto che la sua narrazione acquista rilievo e dimensione, e che fa sentire sotto il piatto paesaggio della cronaca il pulsare della storia.

IV. LE NOVELLE


Il Sercambi diede inizio alla raccolta delle sue novelle verso i primi anni del xv secolo. Nell’Introduzione egli immagina che una brigata lucchese si fosse riunita nella chiesa di Santa Maria del Corso, nel febbraio del 1374, per decidere di iniziare un viaggio attraverso l’Italia allontanandosi da Lucca per sfuggire alla peste che vi infuriava. Ma questa data, come abbiamo cercato di dimostrare altrove2, non può esser presa come terminus a quo per la datazione delle Novelle, essendo parte della struttura, e come tale fittizia e romanzesca.

  1. Nelle Cron., rispettivamente i, 290, e ii, 70.
  2. Si v. il nostro art. Per la datazione delle Novelle del S., in «GSLI», cxli (1964), fasc. 436, pp. 548-56, anche per ragguagli sulle datazioni della raccolta precedentemente proposte.