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780 nota bio-bibliografica


Nel 1374, infatti, la peste era cessata a Lucca giá da un anno, e si era sparsa nelle vicine città toscane. In quell’anno, anzi, Lucca era considerata come luogo immunizzato, tanto che, come assicura il Tommasi1, molti abitanti delle vicine città si indussero a cercare scampo proprio dentro le sue mura. Il Sercambi registra puntualmente nelle Croniche la data del flagello, durato dal settembre del 1371 all’ottobre del 13732. Anche, perciò, a voler credere che la brigata delle Novelle fosse partita da Lucca quando la peste stava per cessare, non si potrebbe invero spiegare come mai essa visiti per prime ben diciassette città toscane in cui sappiamo che il morbo infuriava proprio in quell’anno.

Fittizio non è solamente il riferimento alla peste, ma anche quello relativo al luogo di riunione della brigata. La chiesa di Santa Maria del Corso, infatti, nella quale il Sercambi immagina che la brigata si fosse riunita decidendo di intraprendere il viaggio per la penisola, nell’anno 1374 non esisteva più, in quanto, trovandosi fuori del secondo perimetro delle mura lucchesi, era stata distrutta nel 1341, durante il lungo assedio pisano3.

Si trovano tuttavia nel testo delle Novelle elementi sufficienti ad accertare la data di composizione della raccolta. E vorremmo qui cominciare prima di tutto coll’indicare alcuni riferimenti storici contenuti nelle novelle o nei prologhi. La novella n. lxxxx ha inizio con la frase: «Al tempo del marchese Alberto d’Este marchese di Ferrara»; non vi possono esser dubbi che si tratti qui di Alberto v d’Este, morto nel 1393; e poiché la frase lascia supporre che un certo numero di anni fosse già trascorso al momento della narrazione, la data di composizione della novella potrebbe essere spinta almeno verso la fine del secolo. Un dato ancora più importante ci viene offerto dalla novella lxxxiiii, nella quale è menzionato il grave delitto di cui si macchiò il capitano dei

  1. Tommasi, Sommario della stor. di Lucca cit., pp. 251-53, e, per i documenti, p. 261, n. 7.
  2. Cron., i, 206-08. Il Tommasi (op. cit., p. 251) rimprovera al S. di aver registrato la peste con un anticipo di due anni (al 1371), senza avvedersi che, secondo le Cron., essa invece dura dal sett. del 1371 all’ott. 1373. La contraddizione fra la data della peste delle Novelle e quella registrata nelle Croniche venne giá rilevata dal Lòhmann (Die Rahmenerzáhlung des «Decameron»; ihre Quellen u. Nachwirkungen, Halle, Niemeyer, 1935, p. 125, n. 1), il quale suppose un errore da parte dell’amanuense, che avrebbe scambiato il 1374 con il 1384, anno in cui cessava un’altra peste (cfr. Cron., i, 242-43), e che perciò potrebbe assumersi (anche a causa della vicinanza a questa data dei riferimenti a Bernabò Visconti contenuti nelle novelle n. vi e lxxxii) come terminus a quo della raccolta.
  3. Cfr. G. Bindoli, Le prime e le seconde mura di Lucca, in «Atti della R. Acc. lucch. di Sc., Lett. ed Arti», n.s., i, Lucca, Giusti, 1931, pp. 322, n. 5. Per notizie sulla chiesa cfr. l’indice dei nomi in questo volume.