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iv. le novelle 783

legrinaggi della congregazione dei «Bianchi»1. Pare che nei primi mesi del 1399, ad un contadino della Provenza fosse apparso un angelo, che gli consegnò un libro da portarsi al papa a Roma, ordinandogli inoltre di esortare gli uomini a vestirsi di bianco ed andare per il mondo a predicare pace e penitenza. Il contadino narrò la sua visione al vescovo di Marsiglia, il quale, assieme agli altri prelati della città, prese l’abito bianco dando inizio ai pellegrinaggi. Ai primi di maggio dello stesso anno un gruppetto di questi «Bianchi» era a Genova; di là il movimento si propagò rapidamente in quasi tutte le cittá dell’Italia settentrionale.

Sercambi ci offre dettagliate testimonianze di molte fra le innumerevoli processioni che in quell’anno ebbero luogo in Toscana. Fra l’agosto ed il settembre, tre di queste processioni mossero da Lucca visitando «ciptà, chastella, ville et luoghi devoti» della regione, fra cui Firenze, Pistoia, Pisa, suscitando ovunque entusiasmo religioso e causando impressionanti miracoli. La principale di queste processioni lucchesi ebbe inizio la domenica del io agosto nella chiesa di San Romano, dove si erano radunati i pellegrini, ed ebbe termine il 21 dello stesso mese, nella chiesa di San Martino. Ad essa presero parte, dice il cronista, «più di 1500 tra homini et donne delle maggiori, belle et ricche, e simile delli homini», che formavano «la terza parte dell’onore et bene di Lucca». E continua: «Et parve divino miracolo che donne d’onesta e buona vita e donne di persone da bene, come macte uscivano di fuori non curando di lassare padre, mariti o vero figliuoli, caldo né faticha, a seguire lo crocifizo».

Tutti erano infatti liberi di seguire la processione che durava nove giorni, durante i quali erano tenuti ad osservare strettamente alcuni precetti. Era prescritto che i penitenti vestissero l’abito bianco col cappuccio, che essi «non dormino di nocte in alcuna terra murata potendo star seguri di fuori», che «le donne stiano di per sé dalli homini», che «non si debbia mangiare charne, e vivere chasto tanto quanto dura la loro processione»; era inoltre prescritto il digiuno il sabato, e l’astinenza dalla mercanzia e dal lavoro in generale.

Fra i penitenti vi furono signori e castellani: il Sercambi segnala esplicitamente Guccio di Cortona, che aveva preso l’abito bianco in seguito ad un miracolo. Si sa tuttavia che della processione più importante, cui abbiamo sopra accennato, fecero parte anche Bartolomeo

  1. Cron., ii, 302-71. I documenti e le testimonianze riguardanti le processioni dei «Bianchi» a Lucca si possono vedere nel voi. di T. Bini, Storia della sacra effige, chiesa e compagnia del SS. Crocifisso de’ Bianchi, Lucca, Giusti, 1855.