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784 nota bio-bibliografica

Sercambi, fratello dello scrittore, e Paolo Guinigi, che l’anno dopo sarebbe divenuto signore di Lucca1.

Le processioni dei «Bianchi» ebbero termine nella prima metà di settembre dell’anno 1399; verso la fine dello stesso mese, a Lucca scoppiava la peste2.

È difficile credere che si tratti qui di coincidenze casuali: il Sercambi modellò il viaggio della sua brigata sulle processioni dei penitenti «Bianchi» attraverso la Toscana, ampliando l’itinerario sulla scorta di Solino e prendendo spunto dal fatto di cronaca immediatamente successivo ai pellegrinaggi, cioè la peste, per la forte attrazione esercitata dal Decameron. Lo scrittore collocò l’inizio del viaggio nell’anno 1374 perché questa data era ormai abbastanza remota dalla memoria dei contemporanei da permettergli di rendere più verisimile lo strano viaggio della brigata. Che dieci giovani si ritirino coi servi in una villa appartata per sfuggire la tragica visione della peste, poteva passare facilmente inosservato; il viaggio invece di una brigata così numerosa come quella immaginata dal Sercambi, che va in giro per quant’è lunga la penisola a raccontar novelle, non poteva passare inosservato, anche se la verisimiglianza di esso si appoggiava, oltre al resto, all’esodo di molta gente da una città colpita dalla peste.

Bisogna infine ricordare che nell’Introduzione il preposto affida all’autore (e cioè al narratore, che è poi, come si rileva dall’acrostico dell’Introduzione, lo stesso Sercambi) un preciso mandato:

A colui il quale sen’cagione ha di molte ingiurie sostenute, et a lui senza colpa sono state fatte, comando che in questo nostro viaggio debbia esser autore e fattore di questo libro e di quello che ogni dì li comanderò.

L’autore, dunque, non veniva solo affidato l’incarico di narrare le novelle, ma anche quello di «fare il libro», di raccogliere cioè in volume le varie esperienze ed il vario materiale offerto dal viaggio; di tenere insomma una specie di giornale. Mandato che giustifica l’inclusione di poesie, della descrizione del viaggio, ecc. Esso dimostra inoltre che il Sercambi, nell’accingersi a raccogliere le sue novelle, si riconosceva già scrittore di cronache, cosa che non avrebbe potuto fare se avesse iniziato la raccolta nel 1374, quando cioè gli eventi che aveva registrato a cominciare dal 1368

  1. V. lo studio cit. del Bini, pp. 23-24, ed inoltre p. 85 per la registrazione del giuramento del Guinigi sulla sua testimonianza, e p. 88 per quello di Bartolomeo Sercambi.
  2. Cron. ii, 296-97.