Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/304

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802 nota filologica

Oltre a queste scrisse ancora ad imitazione del Decamerone del Boccaccio, cento Novelle, raccontate da una brigata di uomini e donne, quali per fuggire la Pestilenza che era in Lucca, intraprendono un viaggio per la Toscana, e per sollevare il disagio del camino, sono racontati varj casi et accidenti, mescolati con sentenze morali, e con poesie; questo ms. codice che forse unico et autografo si trova appresso di me, che (sic) prego sia guardato e custodito, come cosa pregevole.

Una seconda descrizione del codice ci proviene dalla mano del nipote di Bernardino Baroni, il padre servita Luigi, del quale il Papanti1 trovò una lettera indirizzata al bibliofilo livornese Gaetano Poggiali, datata da Lucca il 17 luglio 1793, la quale dice:

Il ms. del Sercambi ha per titolo: Novelliero di Ser Giovanni Sercambi, lucchese; lo scriveva nel 1374 come apparisce da una Novella di un Giudice che comincia: In questo dì 4 Aprile 1374 avvenne in Lucca che uno Giudice Marchigiano ecc. Sono cento Novelle, con rime alla fine di ogni diecina, e dette Novelle sono avventure accadute a suo tempo, nominando le famiglie e le campagne del Lucchese Stato dove accadute. Lo stile è buono, ma mischiato di qualche termine popolare del volgo, come si ragionava a suo tempo. Questo Giovanni fu di casa illustre perché godè nel 1400 delli onori della Repubblica: morì nel 1413 o 14, ottogenario, come apparisce da un vecchio necrologio che tengo. Si può vedere su questo autore il celebre Muratori, tomo xviii, Scrittori Italici, dove porta un frammento di Cronica della città di Lucca, scritta da questo Sercambi, e portata fino al 1410, se non fallo.

La lettera era stata scoperta dal Papanti insieme con la copia della novella De novo inganno (n. xxxv)2, «tra le poche carte manoscritte spettanti al Poggiali, che, or fa pochi mesi, riusciva al Sig. Mario Consigli di salvare dalla stadera del pizzicagnolo», ecc. Lettera e novella furono acquistate dallo stesso Papanti, il quale confrontò i due documenti trovandoli della stessa mano3.

  1. Cat. dei novell. dal. in prosa, rate, e possed. da G. P., Livorno, Vigo, 1871, ii, pref. all’App., pp. lv e v.
  2. Dalla descrizione del padre Baroni il Papanti arguì che il supposto Novelliero fosse addirittura diviso in giornate come il Decameron, giacché egli indica la novella come «quinta della giornata terza» (ibid. p. iii) senza peraltro spiegare su quale informazione abbia basato le sue conclusioni.
  3. Potrebbe darsi benissimo che la nov. compresa nella c. mancante dal primo quinterno (n. iii) fosse appunto quella cui si riferisce il p. Baroni.