Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/309

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i. i manoscritti 807

queste nosse e/ inuitata 7 noi siamo seruidori ti prego che mi vogli seruire lo jouano agiata disse di 7 comanda 7 jo faro quello vorrai Ghirardo disse noi anderemo per la donna 7 jo diro che tu se mutoro 7 sordo 7 sta cheto dimostrando esser come dico Lo giouano agiata disse che tutto lo seruira venuto il giorno delle nosse ghirardo col compagno per tempo sono a casa dello spozo per andare per le donne che alla festa esser doueano. Lo spozo mostro la strina gherardo disse elli e bene che madonna felice vostra parente sia quie per riceuere laltre donne lo sposo disse tu di il uero andate per lei Ghirardo che altro non bramaua col jouano aglata se nando a casa di madonna felice 7 pichio luscio la donna aconcia in via scese E ghirardo col compagno messela in messo lacompagnaro 7 perchera molto lungi dallo sposo ghirardo stimo la sua imbasciata fornire E uoltosi a felice disse O madonna che pechato e/ che questo jouano che insieme e con medio vacompagnia 7 mutolo 7 non parla ne ode La donna che mai veduto non lauea ne il giouano lei riuoltatasi inuerso quel jouano il giouano agiata dimostrandosi non vdire ne parlare La donna die fede, che non dovesse vdire E come alquanto funno andati Ghirardo disse madonna Felice ora che qui non e/ altri che noi jo non posso tenere il grande amore che verso di uoi porto 7 o portato che quando jo vi uegho mi pare vedere vno angelo di paradiso E perchè qui non e/ altri che noi du vi dico che per voi moro fine a tanto che di uoi non o/ quello dolce che buono amore desidera la jouana che ode quello che

a queste nozze è invitata, noi vi saremo servidori, e ti prego mi vogli servire. Lo giovane Agliata disse: Comandami, che io farò quello vorrai. Gherardo disse: Noi anderemo per la donna, e io dirò che tu sei mutolo e sordo: sta’ attento di tnostrare essere, come dico. Lo giovane Agliata disse che in tutto lo serviria. Venuto il giorno delle nozze, Gherardo col compagno per tempo furono a casa dello sposo per andare per le donne, che alla festa esser doveano. Lo sposo mostrò la strada. Gherardo disse a lui: Fia bene che mad. Felice vostra parente quie sia per ricever le altre donne. Lo sposo disse: Tu di’ il vero; andate per lei. Gherardo, che altro non bramava, col giovane Agliata se ne andò a casa di m. Felice, che trovò in acconcio qual dovea per la festa. Gherardo col compagno messala in mezzo, l’accompagnaro, e perché era molto lungi la casa dello sposo, Gherardo stimò la sua imbasciata fornire: e vòltosi a Felice, disse: O madonna, io ho pregato che questo giovane, che in Siena non è mai venuto e che per sua disgrazia è mutolo e sordo voglia esser con noi. La donna, che mai veduto non l’avea, né il giovano lei, voltatasi verso il giovane Agliata che dimostrava non udire, né parlare, diè fede che non dovesse udire; e come alquanto furono andati, Gherardo disse: Mad. Felice, ora che qui non vi è altri che noi, io non posso piú tener celato il grande amore, che verso di voi porto, e ho portato, che quando io vi veggo, mi pare di vedere un angelo del paradiso; e perché qui non è altri che noi, non vorrete che per voi mora, che morrò fino a tanto che da voi non ho quello,